Il Ponte romano
Contenuto
Titolo
Il Ponte romano
tipologia
struttura architettonica
Nomi alternativi
Su Ponti Mannu
Data costruzione
June 29, 2023
Descrizione
Il ponte era parte integrante della strada romana che univa Karalis, l’antica Cagliari, e Sulci, che nel suo ultimo tratto verso l’isola si snodava con un sistema di ponti e strade lastricate attraversando la zona dello Stagno di Santa Caterina e i suoi isolotti.
Oggi, rimane visibile ancora un breve tratto dell’originale strada romana, parzialmente sommersa ma ben visibile nelle giornate di bassa marea.
Una particolarità del Ponte Romano rispetto alle altre strutture simili in Sardegna è la sua originale funzione: mentre gli altri esempi di ponti servivano ad attraversare fiumi e torrenti o superare dislivelli, questo ponte di fatto collegava un’isola alla terraferma.
Il suo utilizzo si è protratto nei secoli fino a tempi recenti, come è testimoniato dall’asfalto che lo copre. Si conservano alcune fotografie in bianco e nero dei suoi ultimi anni di servizio che lo vedono accostato alla ferrovia.
Si presenta con una struttura allungata a due arcate e si può ipotizzarne originariamente una terza centrale. Il paramento, a pietre più o meno squadrate, mostra anch’esso il segno dei numerosi interventi.
Il nome “Su Ponti Mannu” con cui viene spesso ricordato, denota l’esistenza di altri ponti, più piccoli, che legavano l’isola di Sant’Antioco al continente sardo ma che sono stati distrutti.
Dal Bullettino Archeologico Sardo, sappiamo che già nel 1857, il ponte era “è del tutto abbandonato , nè vi si può passar che a piedi”.
Oggi, dopo i restauri del 1858, del 1893 e del 1920, il ponte si trova su un prato, frutto di un riempimento attuato attorno al 1940 per consentire ai mezzi militari il facile raggiungimento della banchina o il trasporto delle merci con mezzi gommati per il continente sardo, senza passare dal ponte romano.
Nel 1954, con la costruzione della strada, l’utilizzo del ponte venne abbandonato e divenne così un monumento e non più un mezzo per la viabilità da e per l’isola di Sant’Antioco.
Nel 2006 un progetto di restauro ha consentito di conservare il monumento che rischiava il degrado irreversibile soprattutto delle sue parti più delicate come le volte in arenaria e i parapetti.
Oggi, rimane visibile ancora un breve tratto dell’originale strada romana, parzialmente sommersa ma ben visibile nelle giornate di bassa marea.
Una particolarità del Ponte Romano rispetto alle altre strutture simili in Sardegna è la sua originale funzione: mentre gli altri esempi di ponti servivano ad attraversare fiumi e torrenti o superare dislivelli, questo ponte di fatto collegava un’isola alla terraferma.
Il suo utilizzo si è protratto nei secoli fino a tempi recenti, come è testimoniato dall’asfalto che lo copre. Si conservano alcune fotografie in bianco e nero dei suoi ultimi anni di servizio che lo vedono accostato alla ferrovia.
Si presenta con una struttura allungata a due arcate e si può ipotizzarne originariamente una terza centrale. Il paramento, a pietre più o meno squadrate, mostra anch’esso il segno dei numerosi interventi.
Il nome “Su Ponti Mannu” con cui viene spesso ricordato, denota l’esistenza di altri ponti, più piccoli, che legavano l’isola di Sant’Antioco al continente sardo ma che sono stati distrutti.
Dal Bullettino Archeologico Sardo, sappiamo che già nel 1857, il ponte era “è del tutto abbandonato , nè vi si può passar che a piedi”.
Oggi, dopo i restauri del 1858, del 1893 e del 1920, il ponte si trova su un prato, frutto di un riempimento attuato attorno al 1940 per consentire ai mezzi militari il facile raggiungimento della banchina o il trasporto delle merci con mezzi gommati per il continente sardo, senza passare dal ponte romano.
Nel 1954, con la costruzione della strada, l’utilizzo del ponte venne abbandonato e divenne così un monumento e non più un mezzo per la viabilità da e per l’isola di Sant’Antioco.
Nel 2006 un progetto di restauro ha consentito di conservare il monumento che rischiava il degrado irreversibile soprattutto delle sue parti più delicate come le volte in arenaria e i parapetti.
Riferimenti bibliografici
Muresu, Marco. 2012. «Il castrum di Sant’Antioco (Carbonia-Iglesias). Riflessione alla luce di alcuni documenti». ArcheoArte, giugno. https://doi.org/10.4429/j.arart.2011.suppl.33.
Spano, Giovanni. 1857. «Descrizione dell’antica città di Sulcis». Bullettino Archeologico Sardo 2 (febbraio): 23–24. https://doi.org/10.11588/DIGLIT.10804.
Spano, Giovanni. 1857. «Descrizione dell’antica città di Sulcis». Bullettino Archeologico Sardo 2 (febbraio): 23–24. https://doi.org/10.11588/DIGLIT.10804.
Autore della scheda
Giorgia Scano
Data schedatura
Età romana
data di fine
1954
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