Porto di Sant’Antioco: un luogo da (ri)scoprire
a cura di Giovanna Moto
Il porto di Sant’Antioco si trova all’ingresso del paese. Storicamente è stato uno degli approdi principali del Mediterraneo. Nasce a seguito della necessità di esportare le derrate prodotte sia dalla comunità locale sia da quella del circondario.
Sicuramente in questo processo è stato molto importante il popolamento dell’isola così come il complessivo miglioramento della situazione socio economica della Sardegna.
Al momento della sua fondazione, l’approdo era ubicato nella parte est dell’abitato quindi in una posizione diversa rispetto a quella del periodo fenicio-punico e romano quando si trovava più a sud.
Essendo uno degli approdi più importanti, si è sempre cercato di migliorarlo, ampliarlo e renderlo il più efficace possibile. Ad esempio, nel 1858, abbiamo tre deliberazioni comunali che ci forniscono dati utili che evidenziano l’importanza del porto in quel periodo. Si discuteva di una casa sanitaria da costruire proprio nel porto antiochese.
Nei primi anni del Novecento ci sono stati vari progetti di ingrandimento portuale perché il sindaco e il consiglio consideravano necessario per l’economia locale avere un porto efficiente, ma senza i lavori di un nuovo ponte e di un canale che consentissero l’approdo di imbarcazioni di una certa grandezza, ciò non poteva avvenire.
Si dovrà aspettare al 1897 affinché la continuazione del canale unita ai lavori di un ponte levatoio sarebbe stata considerata effettivamente utile, poiché avrebbe messo l’approdo in collegamento con tutte le città italiane.
Nel 1905 il consiglio comunale stabilì che era il momento di costruire una nuova banchina più solida e grande, capace di accogliere il flusso sempre maggiore di navigli che si prospettava con la nuova apertura del canale.
Nel 1922, la presa del potere del fascismo influì tanto sugli aspetti economici e politici dell’Italia. Su interessamento del fascio di Sant’Antioco, tra il ’25 e il ’29, venne allargato il canale Golfo Palmas-Ponti.
Nel 1929 il crollo della borsa di New York portò a una crisi economica che investì tutta l’Europa, ma in Italia questa crisi si iniziò ad avvertire a partire dal 1930.
Le sorti del porto di Sant’Antioco, legate all’estrazione del carbone delle vicine miniere, cambiarono in questi anni radicalmente; il governo scelse questo come unico sbocco del minerale.
L’area è tra le più vive della cittadina, soprattutto nel periodo estivo, attirando turisti non solo dal resto della Sardegna ma anche dall’estero. Nel parco adiacente viene organizzata la pariglia durante la Sagra di Sant’Antioco Martire.
Attualmente il porto è anche il punto di partenza e di arrivo della pesca turismo, che coinvolge pescatori da generazioni effettuando gite a largo con dimostrazioni di pesca.
Bibliografia
Raspa, Diego. «Il Porto di Sant’Antioco. Dagli anni dell’Unità alla II guerra mondiale». Tesi di laurea, Università degli studi di Cagliari, 2003.