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I tributi sul commercio marittimo


L'imposta in età catalano-aragonese

Il dazio sul Commercio Marittimo  (il pagamento per l'esportazione delle merci) riscosso dalla Corona nel Regno di Sardegna è attestato fin dal regno di Alfonso V d'Aragona

Nel 1481, regnante Ferdinando II, il dazio sull'estrazione del grano venne fissato a 1 Carlino per starello, per essere poi aumentato nel 1598 a 5 reali per starello. 


L'esenzione per gli ecclesiastici

Re Alfonso aveva concesso ai religiosi l'esenzione dal pagamento per l'estrazione dei loro redditi ecclesiastici. Tuttavia, nel 1488, Ferdinando II ridusse questa esenzione al solo importo necessario per l'acquisto di beni essenziali estratti da tali redditi.

Col passare del tempo, l'esenzione fu concessa solo per le decime e successivamente limitata a una quantità di 15 mila starelli di grano all'anno. Per eliminare gli abusi, si stabilì una franchigia annuale di 3 mila scudi, compensata nei confronti degli Ecclesiastici attraverso il loro contributo al Reale donativo.


 

Il tributo nel XVIII secolo

Le tabelle a seguire mostrano quali tariffe la Corona applica alle merci esportate nei porti sardi nel corso del Settecento. I tributi generano un incasso per le casse del regno di circa 150 mila lire sarde. L'ammontare dipende fortemente dall'annata agraria: se la raccolta di grano è scarsa, il rendimento diminuisce poiché gli altri articoli sono di minore importanza.

La riscossione è affidata all'Intendenza Generale a Cagliari e ai Vice Intendenti o subdelegati negli altri distretti del Regno. Questi ufficiali non hanno potere di concedere esenzioni per i generi trasportati dai proprietari delle navi. 

Chiunque voglia effettuare l'imbarco di grano o altri generi deve prima corrispondere il pagamento delle tasse presso l'Ufficio menzionato, con conferma dalla Segreteria del Viceré. Le tariffe dovrebbero essere pagate prima dell'imbarco delle merci, ma per agevolare il commercio, vengono concesse proroghe anche di quattro mesi o più. 

I Ministri Patrimoniali vengono pagati per le loro mansioni da chi carica, secondo una tariffa stabilita. Un soldo per starello o cantaro è destinato allo stipendio del Reggente Provinciale, che ha sede a Torino. Sul grano si pagano anche due Cagliaresi (quattro denari Sardi) per ogni starello, che servono a finanziare la festività annuale dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine.

Gli imbarchi sono monitorati dalle guardie reali nei porti, alla presenza dei Ministri Patrimoniali per garantire il rispetto delle quantità consentite e impedire frodi. Dopo l'imbarco, se la nave non parte subito, una guardia del Reale Patrimonio deve rimanere a bordo per impedire che si facciano ulteriori carichi non tassati.

Esenzioni 

Per agevolare il commercio, sono state introdotte alcune esenzioni. Il sovrano ha attributo al Viceré la facoltà di ridurre il dazio sul grano, ma ciò ha comportato un danno alle finanze del Regio Erario. 

Le città di Cagliari, Sassari, Alghero, Oristano e Bosa e alcuni feudatari godono di una esenzione sulla tasse sul grano, che si applica su una quantità specifica di cereale destinato ad essere immagazzinato per casi di emergenza. 

Esenzioni possono essere concesse dal viceré anche ai soldati e ad altri ufficiali regi, ad esempio per la vendita di cavalli destinati a terraferma.