Salta al contenuto principale Skip to footer content

Torri costiere del Regno di Sardegna


a cura di Giampaolo Salice


 

Le torri costiere che ancora oggi punteggiano i litorali delle isole sarde sono uno dei segni più evidenti del complesso rapporto del Regno di Sardegna col Mediterraneo.


Diversamente da quanto potrebbero far pensare le loro denominazioni, le torri marittime della Sardegna sono state quasi del tutto finanziate e costruite dai sudditi del regno di Sardegna. 

A partire dal XVI secolo, vennero gestite dalla Reale Amministrazione delle Torri, in un sistema integrato che combinava le esigenze militari e fiscali del governo col bisogno di sicurezza dei territori. Il sistema di torri operava integrandosi con le risorse già presenti nel territorio. La difesa, ad esempio, veniva garantita coordinando l'azione dei cannoni torrieri coi bastimenti corsari che il regno autorizzava per presidiare la costa. L'allarme dato dalle torri veniva poi diffuso anche attraverso i campanili delle chiese, che trasmettevano l'allarme anche ad aree molto distanti dalla costa.

Le torri venivano impiegate non solo per la difesa contro gli attacchi dal mare, ma anche e soprattutto per il contrasto al contrabbando, il presidiosanitario, la protezione delle attività costiere e il controllo della tassazione sul commercio. 

La gran parte delle torri cessò di svolgere le proprie mansioni in base al Regio Decreto 3786 del 25 aprile 1867. Alcune torri passarono al Marina e Ministero delle finanze e mantennero così funzioni di vigilanza fiscale. 

Scopri di più visitando le schede dettagliate di ciascuna torre sulla mappa, costantemente aggiornate con nuove informazioni.