Intorno alla città di Cagliari sono presenti quattro saline naturali: Molentargius, la più grande e redditizia, di Pallamontis, Boccadirio e Carcangiolo. Si aggiunge, vicina al Lazzaretto di Cagliari, una piccola salina artificiale, sistemata probabilmente su richiesta del salinero minore Antonio Morteo nel 1711.
In questa sezione offriamo il quadro della produttività di questi impianti. I dati sono estratti da relazioni prodotte dagli ufficiali sardi a pochi anni dalla presa di possesso del Regno di Sardegna da parte dei Savoia. Le quantità sono espresse in montoni, salme, starelli e imbuti, misure d'antico regime per i volumi degli aridi.
È Giuseppe Cossu, già Censore generale del Regno, a informarci sull'entità delle misure e delle loro proporzioni. Nel suo Della città di Cagliari, notizie compendiose sacre e profane (Torino, 1780), ci dice infatti che la salma "pesa per lo regolare 15 cantara sarde; ma per formare la salma, servonsi di una misura, e vien ragguagliata la salmata a 5 starelli sardi composti di 16 imbuti cadauno, che si è la misura universale del regno per le granaglie, e simili". Un montone di sale corrispondeva orientativamente a 3–4 quintali (circa 300–400 kg), ma le fonti possono riportare cifre diverse. Era una misura usata non solo per pesare, ma anche per quantificare trasporti o razioni fiscali. Spesso veniva associata a carichi da trasportare con animali da soma, come muli o buoi, da cui il nome stesso (montone, cioè qualcosa che si carica o si "monta").