
Nel Seicento
Già a partire dal Seicento si inizia a riflettere sull'opportunità di rafforzare le difese costiere del Regno di Sardegna non solo attraverso la rete di torri litoranee, ma anche con la creazione di una flotta sarda in grado di operare congiuntamente a quelle degli altri regni appartenenti alla monarchia spagnola. La proposta viene formalmente avanzata dagli Stamenti militare e reale nel corso del parlamento Vivas del 1624, ma non ottiene risultati concreti.
Negli anni Trenta del XVII secolo, il progetto viene ripreso con maggiore decisione e affidato al principe di Melfi, Giovanni Andrea Doria. Sotto la sua supervisione vengono effettivamente varate due galere, la Capitana e la Patrona, anche se il piano originario prevedeva la costruzione di sei unità.
La gestione affidata a Doria, regolata attraverso un asiento stipulato tra la corona e il nobile ligure, si rivela però insoddisfacente. A partire dalla metà del secolo si decide quindi di passare a una gestione diretta della piccola flotta sarda, adottando un modello istituzionale ispirato a quello già sperimentato nel Regno di Valencia.
Lo schema mostra l'organizzazione amministrativa per la gestione delle galere regie nel Regno alla metà del XVII secolo (1652).
Nel Settecento
La cessione del regno alla Casa reale sabauda porta porta all’applicazione alle galere sarde del Regolamento per i vascelli e le galee di Sua Maestà, promulgato nel 1717 per la flotta del Regno di Sicilia. Alle due galere esistenti se ne aggiunsero altre due (Santa Barbara e Sant’Anna).
Successivamente vengono acquistati dalla Gran Bretagna il vascello San Carlo e la fregata San Vittorio, al comando di due ufficiali inglesi. A questi bastimenti d’alto bordo si affiancano imbarcazioni minori come feluconi, pinchi e mezze galere.
Una riflessione
L'assenza di una corposa flotta al comando della monarchia ha indotto a sottostimare la presenza sul mare dei sudditi sardi. In realtà i litorali per secoli sono stati percorsi da centinaia di natanti privati, impegnati non solo nel trasporto e commercio di piccolo cabotaggio, ma anche nella guerra di corsa, con finalità di pattugliamento costiero in collaborazione con le torri marittime.
Bibliografia
Corridore, F., Storia documentata della marina sarda: dal dominio spagnuolo al savoino, 1479-1720, Zanichelli, Bologna 1900.
Paoletti, C., La marina sabauda dal 1798 alla restaurazione, «Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare»/3-Settembre (2011), pp. 1–28.
Sorgia, G., Progetti per una flotta sardo-genovese nel Seicento, «Miscellanea di storia ligure» IV (1966), pp. 179–193.