Un ponte tra le persone

A cura di Margaret Cogoni

Con altri studenti, dottorandi e ricercatori d’ambito umanistico dell’Università degli Studi di Cagliari, al LUDiCA 22 ho contribuito alla ricostruzione della storia del Comune e del Marchesato di Orani attraverso la creazione di schede digitali che hanno raccolto il patrimonio delle memorie e delle tradizioni degli abitanti di questo paese.

Durante il nostro percorso abbiamo avuto modo di scambiare punti di vista, conoscenze e formare ricordi che hanno arricchito la mia esperienza di studio dal punto di vista umano e sociale.

Questo senso di condivisione si è poi ulteriormente amplificato quando abbiamo interagito con gli abitanti del paese che ci hanno accolto con grande entusiasmo, rivelandosi desiderosi di collaborare per tramandare le loro tradizioni, conoscenze, culti e usanze, rappresentando una preziosa fonte di informazioni per il nostro lavoro di ricostruzione storica.

Sono stati coinvolti attivamente anche i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale Francesco Delitala di Orani, che hanno raccolto oggetti e memorie dalle loro case per la realizzazione delle schede digitali.

Il Laboratorio è iniziato a Cagliari con la Bottega Digitale: abbiamo seguito lezioni e seminari tenuti da docenti ed esperti di diversi settori che operano con l’ausilio di applicativi digitali, per apprendere le metodologie, le tecniche e gli strumenti delle Digital Humanities.

Durante gli incontri seminariali, è emersa l’importanza di scegliere preferibilmente l’uso di strumenti open source, liberi da vincoli economici e di marketing, messi liberamente a disposizione delle persone, che permettono la conservazione e la leggibilità dei documenti nel tempo, favorendone la libera consultazione e la condivisione.

Abbiamo imparato come si scrive e struttura correttamente un articolo scientifico e le regole che presiedono alla sua redazione, informazioni utili anche per uno studente che si trovi a lavorare alla sua tesi di laurea.

Abbiamo poi imparato come impostare un progetto di ricerca a partire dalle domande iniziali che ci si deve porre quando si inizia la ricerca e sulle quali sviluppare ulteriori  contenuti ed arricchimenti.

Per il nostro lavoro, siamo partiti dall’individuazione delle principali fonti di informazione, gli archivi, le biblioteche e le fonti multimediali sul web, per recuperare documenti e contenuti che poi abbiamo reso in formato digitale per costituire un archivio virtuale condivisibile tra i colleghi.

È stata messa in luce l'importanza dell’archivio come luogo vivo, accessibile non solo a studiosi e ricercatori, ma anche al pubblico.

Emozionanti sono state le nostre ricerche presso l’Archivio di Stato di Cagliari, con la scoperta di alcune antiche carte relative al Marchesato di Orani e, soprattutto, presso l’archivio parrocchiale della chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Orani, che ci è stato gentilmente aperto alla consultazione dal parroco vigente.

Nell’archivio parrocchiale, tra i vari documenti ritrovati, uno in particolare conteneva informazioni dettagliate su come veniva condotta una delle processioni dedicate alla Madonna di Monte Gonare. Interessante anche la la carta che riporta le alternanze della comunità di Orani e Sarule nella cura del santuario e delle celebrazioni liturgiche, che per secoli si sono contese l’amministrazione del santuario sfidandosi in rocambolesche ardie.

A Orani
La seconda parte del Laboratorio si è svolta in forma di campo estivo a Orani, dove siamo stati ospitati nelle cumbessias, gli alloggi per i pellegrini presenti nel santuario della Madonna di Gonare.

Per arrivarci, abbiamo percorso quotidianamente lo stesso sentiero praticato dai  fedeli, che si inerpica sulla cima della montagna e che ha lasciato i segni di questa devozione sulle rocce, fino al santuario, luogo di pace e silenzio, dove il rumore del vento domina incontrastato.

La nostra base operativa è stata, invece, il prestigioso museo dedicato all’artista oranense Costantino Nivola, dove, con l’aiuto dei simpatici ragazzi del Francesco Delitala, abbiamo lavorato al nostro progetto. Abbiamo poi conosciuto cittadini e cittadine, che si sono mostrati interessati alla nostra iniziativa e si sono resi disponibili ad essere intervistati, raccontandoci di fatti, luoghi e personaggi. Parlando con loro ho colto un forte senso di ospitalità, il desiderio di interazione e la voglia di celebrare la loro memoria storica.

Consapevoli dell’importanza delle fonti orali che spesso riportano informazioni che arricchiscono o smentiscono quanto riportato nei documenti, abbiamo messo a frutto le nozioni apprese durante il Laboratorio assieme al  docente di etnomusicologia Marco Lutzu, che ci ha insegnato come impostare e condurre un’intervista.

Durante le interviste e visitando i luoghi del paese ho incontrato persone interessanti, gentili e simpatiche che mi hanno cortesemente dedicato il loro tempo, grazie al cui contributo ho potuto realizzare personalmente alcune schede.

Quella che ricordo con più affetto è dedicata alla maschera tipica del carnevale di Orani, Su Bundhu. 

Su Bundhu
Su Bundhu è un personaggio grottesco, una figura dalle fattezze diaboliche ma in realtà innocua, legata a un mitico passato e a presunti rituali agro-pastorali pagani, la cui origine non è oggi ben chiara e anzi sembra piuttosto controversa.

Ho avuto il piacere di intervistare lo scrittore Italo Chironi, che ha fornito informazioni sull’origine di questa maschera, e il maestro artigiano del legno Peppino Zichi, che ci ha raccontato come ha iniziato la sua professione e di come sia arrivato a ricostruire, attraverso l’ausilio delle fonti, la maschera e il costume di Su Bundhu.

Sono incontri che bene sintetizzano la felice interazione con gli abitanti e i discorsi che insieme abbiamo fatto, focalizzandoci sulla necessità di accertare ove possibile la verità dei fatti riportati.

Abbiamo però anche conosciuto segreti e usanze locali, tecniche di maestria artigianale, prospettive sul mondo e spaccati di vita vissuta: un piccolo patrimonio di saperi che potrebbe andare perduto nel tempo, non solo a causa dello spopolamento. 

Orani Pergola Village
Per resistere alla dissoluzione sono nati progetti affascinanti come “Orani Pergola Village”. Un piano di trasformazione estetica del villaggio, che riprende e attua un’idea visionaria di Costantino Nivola, che sognò appunto la creazione di una rete di tralci di vite tale da connettere le pergole delle case gli abitanti di Orani, in una sorta di rete simbolica e reale insieme tra tutti coloro che costituiscono la comunità.

Al termine del nostro percorso abbiamo presentato alla comunità il frutto del nostro lavoro, mostrando pubblicamente i contenuti delle schede realizzate, riunite in una mappa virtuale, multimediale e interattiva liberamente visitabile.

Parlare pubblicamente è stata un’altra esperienza emozionante e non semplice, perché parlare davanti ad una folla non è mai per me una cosa facile, ma in fondo anche questo è compito di un umanista.

Precedente Seguente