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Schiave e schiavi

A cura di Beatrice Schivo, dottoranda di ricerca all'Università degli Studi di Cagliari.

 

Questa sezione dell'Atlante pubblica i risultati di uno studio che approfondisce la schiavitù nel Regno di Sardegna d'età moderna, con particolare attenzione al XVII secolo.


La storia della schiavitù mediterranea, nella sua complessità, è poco conosciuta dal grande pubblico. Se si parla di schiavitù è facile che la mente corra subito alla schiavitù antica, quella praticata dai romani, dai greci e dagli egizi, o alla tratta di schiavi neri portati dai mercanti portoghesi, francesi, inglesi, olandesi attraverso l’Atlantico su navi negriere verso il Nuovo Mondo. Quest’ultima ha monopolizzato l’attenzione degli storici molto a lungo, tanto da essere spesso apparsa l’unica praticata nell’Europa cristiana nell’età moderna

La realtà è un’altra. Sulle sponde dell’Europa, sia sul versante cristiano che sul versante islamico, la schiavitù sopravvive molto a lungo, fino alle soglie della contemporaneità, cambiando volto nel corso del tempo per dimensioni e per forme. Nel mediterraneo dell’età moderna, gli schiavi sono il prodotto della guerra di corsa e della pirateria che contrappongono il versante cattolico e quello musulmano del mare, esplose violentemente a seguito della tregua della guerra aperta tra la Spagna e l’Impero Ottomano.

Molto è stato studiato e scritto su europei catturati dai turchi e venduti come schiavi nelle rive del Nord Africa, molto è stato studiato e scritto sulle incursioni, razzie e saccheggi a opera dei corsari barbareschi nelle coste europee e sulle organizzazioni votate al riscatto. Esiste, tuttavia, un risvolto della medaglia a questa captivitas: la schiavitù praticata dal mondo cristiano negli stessi momenti e negli stessi spazi di quella turco-barbaresca. Anche in Europa operavano i corsari e si catturavano, si vendevano e si acquistavano schiavi, nelle stesse proporzioni della parte nemica.


Approfondimenti


Schiavi sardi e schiavi di sardi: bibliografia sulla schiavitù mediterranea in età moderna nel Regno di Sardegna

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