Nei secoli dell’età moderna il corallo era abbondantissimo nei mari della Sardegna. I banchi coralliferi si susseguivano quasi senza interruzioni lungo tutta la costa occidentale, per poi proseguire, seppur meno frequenti, lungo tutte le altre coste dell’isola.
Come emerge dalle fonti documentarie, le principali zone di pesca erano i mari intorno a Capo Testa, alle città di Castelsardo, Alghero e Bosa, e alle isole di San Pietro, Sant'Antioco e dell’Asinara. Nel golfo di Cagliari, invece, si pescava corallo nelle marine di Pula, intorno a Capo Carbonara e presso l'isola dei Cavoli. Nella costa orientale si trovava corallo nei mari del Sarrabus, dell'Ogliastra ed intorno alle isole di Tavolara, Molara e nelle acque dell'Arcipelago della Maddalena.
In questa sezione dell’Atlante si da contezza di tale complessità geografica, fornendo anche per ogni singola area di pesca individuata un breve profilo della storia del suo sfruttamento.