Procurazione Reale di Sardegna


 

Nascita e funzioni  

La figura del Magistrato del Procuratore Reale venne istituita in Sardegna da Ferdinando I d'Aragona il 1° giugno 1413, prendendo il posto del precedente ufficio dell'Amministratore generale dei redditi (nato nel 1323). Tuttavia, fu solo sotto il regno di Alfonso il Magnanimo (1416-1458) che questa magistratura assunse la sua forma definitiva, diventando l'organo di punta dell'amministrazione demaniale del Regno di Sardegna.

Tra il XV e il XVIII secolo, il Procuratore Reale aveva il compito di supervisionare e dirigere gli uffici patrimoniali dell'isola. La sua funzione principale era la gestione del patrimonio regio. La Procurazione curava la riscossione dei diritti e delle rendite regie, la stipulazione di contratti d'appalto e di locazione a breve termine, e la manutenzione di immobili come castelli e fortificazioni. La corona compartecipava ai proventi delle prese corsare, delle pesche di tonno e corallo, alla cessione di terre per la formazione di nuove colonie di popolamento con migranti: ecco perché nella documentazione prodotta dalla Procurazione troviamo notizie importanti su queste attività.  

La Procurazione aveva competenza anche su concessione in feudo e in enfiteusi dei beni della Corona, il riscatto di censi e canoni, l'approvazione delle alienazioni dei feudi, l'emissione di permessi per l'esportazione di merci e la ricognizione dei diritti dei concessionari regi.

Il Procuratore Reale godeva anche di competenze giudiziarie. In qualità di presidente del Tribunale del Regio Patrimonio, aveva mandato di esaminare e risolvere in prima istanza tutte le cause civili e penali relative al patrimonio regio e alla sua salvaguardia.


Struttura e poteri del Procuratore Reale

Per svolgere le sue ampie funzioni, il Procuratore Reale si avvaleva di una vasta rete di collaboratori. Per le attività amministrative era supportato da circa una mezza dozzina di luogotenenti distribuiti su tutto il territorio del Regno e da una rete di ufficiali subalterni a capo di diverse istituzioni locali come dogane, bailie, maggiorie di ville, portolanie, zecche, saline e uffici d'incontrade. Per le funzioni giudiziarie era coadiuvato da figure chiave come l'Avvocato fiscale, il Maestro razionale, il Tesoriere reale, il Reggente la Real Cancelleria e alcuni rappresentanti della Reale Udienza.

La figura posta al vertice della Procurazione Reale deteneva quindi un potere vastissimo nell'esercizio dei suoi compiti. Questo potere era ulteriormente rafforzato dal fatto che il Procuratore, pur essendo soggetto a una sindacatura (un controllo) da parte del Maestro razionale, rispondeva delle sue azioni solo al sovrano, senza dover rendere conto a nessun altro alto ufficiale del Regno, nemmeno al viceré.

Questa importante magistratura venne trasformata in Intendenza Generale durante l'occupazione austriaca (1708-1717).


Bibliografia

Olla Repetto, Gabriella. Il primo liber Curiae della procurazione reale di Sardegna: 1413-1425. Vol. 5. Archivio di Stato di Cagliari, 1974.

 

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