Dal 1720, con l'acquisizione del regno di Sardegna, Casa Savoia è chiamata a gestire una frontiera marittima molto estesa, poco conosciuta e molto complessa.
A Torino e Cagliari ci si rende presto conto che il quadro economico del regno è fortemente condizionato da un’agricoltura inefficiente, da una pastorizia errabonda e, in ambiente urbano, dalla carenza di manifatture e di commerci.
Fin dagli anni Trenta emerge la convinzione che la “introduzione della popolazione" sia "uno dei mezzi più principali dell’introduzione del commercio” e dello sviluppo generale del regno. È soprattutto Carlo Emanuele III a farsi interprete di questa convinzione, dando impulso ai progetti per il ripopolamento della Sardegna.
La linea temporale dei popolamenti
Il popolamento della Sardegna è al centro dell'agenda politica dei governi sabaudi fin dai primi anni della dominazione. L'attuazione del disegno popolazionista della monarchia prende corpo a partire dagli anni Trenta e conosce una significativa crescita a metà secolo. Nonostante le battute d'arresto, i progetti falliti o non attuati, la programmazione di nuove colonie cresce per tutto l'arco temporale preso in esame.
Per approfondire
- Giampaolo Salice, Il Mare degli altri. Colonie di popolamento del Regno di Sardegna (XVIII secolo), ISEM-CNR, 2022
- Giampaolo Salice, Colonizzazione sabauda e diaspora greca. Settecittà, Viterbo. 2015