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Lavoro e lavoratori delle saline di Cagliari

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Una domanda di forza-lavoro in crescita costante

Per rispondere a una domanda crescente, le saline necessitavano di una considerevole forza lavoro, fornita principalmente dall'entroterra della Sardegna. 

Accordi e consuetudini locali prevedevano per i contadini dei villaggi situati nell'entroterra di fornire il proprio lavoro (sia che fosse richiesto da ufficiali del re o da arrendatori), dal quale potevano liberarsi versando un corrispettivo economico concordato con lo stesso concessionario. Questi poteva accettare il pagamento oppure obbligare i lavoratori alla prestazione in salina. 


Il caso delle saline cagliaritane

Per almeno mille anni, le saline di Cagliari rappresentano uno dei settori trainanti dell'economia della città, con impatti sensibili su tutta la Sardegna meridionale. La storia delle saline cagliaritane è stata approfondita da storici come Ciro Manca, in rapporto all'età medievale e come Stefano Pira, in rapporto all'età moderna della Sardegna.

Tra 1089 e 1090, i Vittorini di Marsiglia  ottennero in concessione dal giudice di Cagliari la chiesa di Santa Maria de Portu Salis, acquisirono anche il controllo delle saline cagliaritane e degli scali per l'imbarco del sale. 

Per tutta l'età moderna le saline mantennero un ruolo centrale nell'economia cittadina e del regno, restando sempre parte del demanio regio. 

Le saline di Cagliari conobbero una notevole crescita nel XVIII secolo, per l'aumento della domanda da parte di partner commerciali dell'Europa settentrionale. Impegnati nella pesca intensiva di aringhe e merluzzi nel Baltico, i pescatori svedesi, inglesi, danesi etc avevano bisogno di cospicue provviste di sale per salare immediatamente il pescato a bordo delle loro imbarcazioni. 

Le saline cagliaritane svolsero un ruolo chiave nel fornire non solo le potenze settentrionali, ma anche altre località del Mediterraneo che avevano carenze strutturali negli approvvigionamenti di sale. Tra queste spiccava l'isola di Minorca, base navale della flotta britannica, che generava una domanda di beni e servizi e aveva costante necessità di sale.

L'elaborazione qui pubblicata mostra i 68 villaggi chiamati a fornire manodopera allesaline di Cagliari. La tonalità di ogni indicatore è tanto più scura quanto maggiore è la fornitura di manodopera. Viene comunque indicato anche il numero esatto di lavoratori che ogni insediamento era tenuto a fornire. 

I dati sono estratti dalla "Relazione dei vari progetti sovra diverse materie che riflettono la Sardegna", custodita presso la Biblioteca Reale di Torino (Manoscritti di Storia Patria, 858). 

Il documento è stato edito da Luigi Bulferetti in Il Riformismo Settecentesco in Sardegna. Relazioni inedite di Piemontesi, Editrice Sarda Fossataro, Cagliari 1966.

La mappa sulla quale i dati sono stati geolocalizzati è la "Carta corografica del Regno di Sardegna delineata nel 1817 da Gio. Antonio Maina", custodita e fornita dall'Archivio di Stato di Torino.


 


Riferimenti bibliografici

Bulferetti, Luigi. Il Riformismo Settecentesco in Sardegna. Relazioni inedite di Piemontesi, Cagliari, Editrice Sarda Fossataro, 1966.
De Francesco, Giovanni. Le saline di Cagliari. Cagliari: Valdès, 1899.
Manca, Ciro. Aspetti dell’espansione economica catalano-aragonese nel Mediterraneo occidentale. Milano: Giuffrè, 1966.
Pira, Stefano. Storia del commercio del sale tra Mediterraneo e Atlantico. Cagliari: AM&D, 1997.