Coloni. Tabarchini a Carloforte


La colonizzazione di San Pietro: un progetto comunitario 

Nel 1738 la comunità tabarchina, originaria dell'isola di Tabarca al largo delle coste tunisine, propose al governo sabaudo un progetto di insediamento nell’isola sulcitana di San Pietro. L’idea, elaborata per superare le difficoltà economiche e politiche vissute a Tabarca, venne accolta favorevolmente dal viceré sardo, il marchese di Rivarolo, che la sottopose al sovrano Carlo Emanuele III. Il governo sabaudo, riconoscendone il potenziale, accettò di sostenere parzialmente il progetto, fornendo assistenza logistica e militare.

Secondo un dispaccio del console francese del 10 dicembre 1738, Carlo Emanuele III approvò formalmente il piano, stabilendo che l'isola di San Pietro sarebbe stata eretta a ducato in favore del marchese Della Guardia, cavaliere di Cagliari.

Un progetto guidato dai tabarchini
Il ruolo centrale nelle trattative fu svolto da Agostino Tagliafico, figura di riferimento per la comunità tabarchina. Grazie ai documenti consolari francesi, sappiamo che il 20 marzo 1738 circa 500 persone erano pronte a partire per l’isola, inclusi nuovi membri arrivati dalla Riviera di Genova. Dopo un periodo di quarantena, il 10 aprile dello stesso anno, 535 coloni lasciarono Cagliari per raggiungere San Pietro.

Durante la fase iniziale, le donne furono temporaneamente sbarcate a Porto Scuso, mentre gli uomini lavoravano alla costruzione delle fortificazioni necessarie per la difesa dell’insediamento. Per proteggere la colonia da eventuali attacchi, il governo sabaudo inviò un distaccamento di circa 90 militi. Nel luglio successivo, ulteriori 48 tabarchini provenienti da Biserta si unirono alla comunità, anch’essi precedentemente sottoposti a quarantena.

L’organizzazione della colonia
Agli insediati furono assegnati lotti di terra localizzati nelle aree conosciute come Tacca Rossa e Tacca Bianca, oggi corrispondenti alla località Macchione nella moderna Carloforte. La distribuzione dei terreni e delle sementi di frumento necessarie per la prima semina è documentata in un registro del 12 ottobre 1738. Questo documento elenca i nomi dei capifamiglia e rappresenta una testimonianza fondamentale per ricostruire le origini della comunità.

Un progetto di rinascita comunitaria
La colonizzazione dell'isola di San Pietro, concepita e promossa dalla comunità tabarchina, dimostra la capacità di un popolo di trasformare una crisi in opportunità. Sebbene il governo sabaudo abbia fornito sostegno finanziario e militare, il progetto rimase un’iniziativa guidata dai tabarchini stessi. 

Il successo ottenuto con la fondazione di Carloforte, condusse tabarchini e autorità sarde a progettare nuove colonie: una sull'Asinara e un'altra sulla stessa isola di San Pietro. 


 


 

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