Coloni. Maniotti in Corsica


 

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Nel 1663 Demetrio Medici, il figlio Stefano, il nipote Anatasio Medici e un Tommaso Medici aprono un negoziato con la Repubblica di Genova per trattare il trasferimento di circa settecento maniotti nel regno di Corsica. 

Le trattative sono segrete e si svolgono contemporaneamente a quelle che, nello stesso anno, gli stessi maniotti intavolano col Granducato di Toscana. Il negoziato coi genovesi produce accordi che non conoscono attuazione, anche perché i maniotti decidono di tentare la colonizzazione delle Maremme senesi, messe a disposizione dalla Toscana.

Nel 1771 i maniotti riaprono la trattativa con Genova. Gli accordi del 1663 vengono revisionati e riformulati. Ha così inizio la fondazione della colonia di Paomia, che conoscerà nei decenni successivi una notevole fioritura demografica e agricola. 

All'inizio degli anni Trenta del Settecento, lo scoppio dei tumulti genovesi impone ai maniotti di scegliere se schierarsi coi ribelli isolani oppure col governo della Superba. La scelta della seconda opzione costa caro ai maniotti: Paomia viene distrutta dai corsi e i coloni sono costretti a rifugiarsi ad Ajaccio.

È l'inizio di una nuova dispersione, che porterà i rappresentanti degli esuli ad aprire nuove trattative per trovare altrove un nuovo inizio. I maniotti trattano con la Minorca Britannica, con la Sardegna sabauda e con la Spagna borbonica.

La galleria che segue consente di accedere alle capitolazioni concordate tra XVII e XVIII prima per la fondazione di Paomia e successivamente per consentire ai maniotti di Corsica di stanziarsi altrove.