La concessione delle Saline
Le saline potevano essere gestite direttamente dalla Corona (ad economia) oppure date in concessione (accenso) a privati (signori feudali, imprenditori, mercanti, talvolta riuniti in società).
Il possesso della salina e la partecipazione ai proventi generati dalla pesca costituiva un elemento essenziale per l'avanzata sociale delle famiglie del regno, che erano dunque disposte a investire proprie risorse finanziarie per edificare o prendere in gestione una salina. La commercializzazione del sale poteva generare profitti consistenti, in rapporto alla grande rilevanza che questo bene rivestiva per l'economia di antico regime.
La salina era necessaria alle peschiere, essendo essenziale a ogni tipologia di pesca, incluse le tonnare. Ecco perché le saline si trovavano spesso nei pressi delle peschiere e delle tonnare e perché i concessionari di saline erano non di rado gli stessi attori coinvolti nella gestione delle diverse attività legate alla pesca.
La concessione di una salina avveniva sotto forma di appalto temporaneo, che talvolta poteva configurarsi come forma di restituzione di un prestito di denaro liquido.
L'accordo di arrendamento-concessione della salina assegnava al concessionario il controllo di tutti gli aspetti relativi alla gestione, tra le quali il controllo sulla forza lavoro umana necessaria al funzionamento dell'intera filiera di produzione, estrazione e trasporto del prodotto.
I grafici che seguono offrono un quadro di sintesi del costo di concessione di alcune saline sarde attive nel XVIII secolo.