Nel XVIII secolo, nell’ambito delle politiche di ripopolamento e difesa promosse da Carlo III di Spagna, nacque Nueva Tabarka, un piccolo insediamento sull'isola omonima situata al largo della costa di Alicante, nella Comunità Valenciana.
L'isola, lunga circa 1.800 metri e larga non più di 400, si distingue per il suo paesaggio pianeggiante, la scarsa vegetazione e le coste rocciose intervallate da piccole calette. La sua posizione strategica nel Mediterraneo spinse la Corona a fortificarla, trasformandola in un avamposto militare.
A partire dal 1768, vi furono trasferite circa 300 persone, in gran parte ex schiavi tabarchini, liberati dopo essere stati catturati dai nordafricani mentre risiedevano sull'isola tunisina di Tabarka.
Per accogliere e proteggere i nuovi abitanti, furono costruite robuste mura difensive con bastioni angolari, una torre di guardia (la torre de San José), una chiesa, un quartiere residenziale ordinato secondo un impianto a scacchiera, magazzini, un molo e altre infrastrutture essenziali.
L’intera isola fu pensata come una piazzaforte autosufficiente, con una funzione sia civile che militare, capace di proteggere la costa dai pirati barbareschi e, al contempo, di offrire una nuova patria ai tabarchini liberati.
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