Il piano per popolare Cabrera



 

Cabrera: nuovo popolamento tra modello Tabarchino e della Sierra Morena

Verso la fine degli anni '70 del XVIII secolo, l'eco dei recenti progetti di ripopolamento di Sierra Morena e della fondazione di Nueva Tabarca nella baia di Alicante risuonava ancora vivida. In questo contesto, un avvocato barcellonese di nome Tomás de Villajuana si fece avanti con una proposta ambiziosa. Autoproclamandosi "utile proprietario dell'isola di Cabrera e delle sue dipendenze", presentò a Carlo III un memoriale in cui suggeriva di popolare l'isola, nell'arcipelago delle Baleari, con un centinaio di famiglie.

L'isola di Cabrera

Cabrera si presentava come un imponente blocco calcareo di circa venti chilometri quadrati, dove nessun punto distava più di un chilometro dal mare. Un'isola priva di pianure e di una significativa protezione arborea, situata strategicamente a 10 miglia a sud-ovest di Maiorca e a 40 leghe dalla costa algerina. Già nel 1772, Tomás Villajuana aveva manifestato il suo interesse per il ripopolamento di quest'isola, ottenendone il dominio utile dal catalano Joaquin Font y Roig.

Di Villajuana sappiamo unicamente che era un avvocato residente nella capitale del Principato e che, con ogni probabilità, aveva avuto legami con l'amministrazione di Maiorca. Il fulcro del suo progetto risiedeva nell'insediamento di 100 famiglie, con una precisa indicazione sulla loro provenienza: "tabarchini se ve ne sono di eccedenti nel luogo a loro destinato", oppure coloni provenienti da Maiorca, Catalogna o stranieri cattolici. Un requisito fondamentale era che si trattasse di "gente laboriosa, povera e che non faccia mancanza al Paese da cui provengono".

Il modello della Sierra Morena

Come modello di riferimento per il processo di ripopolamento, Villajuana guardava esplicitamente all'esperienza di Sierra Morena. La Reale Cédula del 25 giugno 1767, che definiva con precisione le modalità di insediamento in quella regione, veniva citata testualmente per i suoi primi cinque capitoli. I capitoli dal 6 al 18 sarebbero serviti per concedere a ciascuna famiglia porzioni di terra equivalenti, imponendo "un moderato censo ai coloni con i patti enfiteutici". Infine, i capitoli dal 22 al 51 avrebbero trovato applicazione a Cabrera per quanto riguardava le abitazioni, il mantenimento delle donne in gravidanza e dei bambini non ancora in età lavorativa, gli attrezzi agricoli, le sementi, le piantagioni e così via.

Militarizzazione

Data la natura strategica dell'impresa, posta da Villajuana al centro del suo interesse, egli riteneva opportuno che i nuovi abitanti fossero armati e posti sotto l'autorità del governatore del castello. Considerava inoltre necessaria la costruzione di quattro torri in diversi punti dell'isola, oltre a un'altra torre sull'isola di Conejera, offrendosi di fornire gratuitamente alla Real Hacienda tutti i materiali prodotti dalle isole stesse. La proposta di Villajuana si inseriva dunque in un contesto di sperimentazione di nuove forme di colonizzazione, traendo ispirazione da precedenti esperienze di successo e adattandole alle specifiche caratteristiche del territorio di Cabrera.


Fonte: Giménez López, Enrique, Alberola-Romá, Armando, El proyecto de poblar la isla de Cabrera a fines del siglo XVIII. Investigaciones geográficas. 1994, nº 12, pp. 85-92
URI: http://hdl.handle.net/10045/495


 

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