Schiavo risorsa e schiavo attore: la rete sociale

 

A cura di Beatrice Schivo

Contenuto in corso di aggiornamento.

 

L’analisi delle reti sociali è una metodologia che consente di misurare e rappresentare visivamente le relazioni che uniscono individui e gruppi e di visualizzare la rete formata dalla circolazione del capitale umano. Permette di approfondire, ad esempio, le relazioni tra i soggetti privati e istituzionali attivi nel commercio, vedere gli usi che si fanno di queste risorse, la provenienza sociale di chi acquistava schiavi, le vicende accadute ai captivi e ai liberti e i loro movimenti nella società. Gephi è il software scelto per effettuare questo studio di rete sociale.

Il grafico rappresenta la social network emersa dall’analisi dei dati estratti da 15 volumi di atti notarili rogati a Cagliari dal 1601 al 1637. Come richiesto dal software i dati sono stati raccolti attraverso due tabelle: la prima contiene i nodi (nodes), cioè le persone o attori, e la seconda contiene gli archi (edges), cioè le relazioni che intercorrono tra esse.

Nella tabella dei nodi si trovano padroni, acquirenti, venditori, schiavi, committenti, ecc. In questo caso i dati che presi in considerazione sono i nomi, ai quali Gephi assegna un numero identificativo univoco, la provenienza, la qualifica (schiavo, marchese, mercante, patrone, ecc), la data della fonte, la tipologia di azione, la segnatura archivistica. La seconda tabella contiene gli archi, quindi le relazioni che legano le persone. Queste possono essere sia direzionate o orientate (da una persona a un’altra) che non direzionate o reciproche. Viene indicata la tipologia di azione e l’etichetta che è possibile legare all’azione per la visualizzazione grafica. Le azioni sono, per esempio, liberazioni, acquisti, vendite, donazioni, atti commerciali, prestiti di denaro, scambi, ecc.

Trattandosi della fase iniziale dello studio, la rete ricostruita è ancora molto limitata ma può già dare l’idea delle potenzialità di questo strumento. Permette infatti già di apprezzare la presenza della “risorsa schiavo” nella società e la tendenza allo scambio di questa risorsa, soprattutto tra nobili, alti prelati, mercanti e ufficiali del regno. Gli schiavi vengono donati, lasciati in eredità, vengono liberati o vengono scambiati con prigionieri cristiani in nord Africa.

La tipologia stessa di risorsa al centro della rete rende lo studio complesso. La risorsa-schiavo, infatti, prima di tutto e soprattutto, è una persona e, dunque, un attore a sua volta. Non è solo passivo oggetti di scambio, anzi: è attivo protagonista di questa rete.
Infatti i captivi lavorano, concordano e pagano il proprio riscatto, prestano denaro, commissionano l’acquisto di altri schiavi, propri coniugi o parenti, per far sì che vengano liberati o pagano il proprio riscatto.

In questa prima analisi di rete si riscontra un caso estremamente interessante. Il grafico mostra come gli archi di colore giallo partano tutti da un unico nome colorato di verde. Questa persona è un liberto proveniente da Tunisi, di nome Sallem Desfachs, appartenuto al marchese di Quirra don Cristoforo Centelles, un grande signore feudale del regno. Sallem stringe in un solo anno, il 1606, cinque accordi commerciali. Nello specifico si accorda con il marinaio Battista Baldo di Cagliari perché egli trasporti merce da e per Biserta; stipula un accordo con il mercante di Cagliari Geronimo Brondo per vendergli merce proveniente da Biserta; in società con patrone maltese Gusman Marcella viene incaricato da un donna cagliaritana di ritrovare, riscattare e riportare a Cagliari il marito schiavo a Biserta nel tempo di quattro mesi; si accorda col patrone di una tartana Joan Dale, provenzale, per trasportare a Biserta della merce e uno schiavo liberato; infine presta denaro a un altro schiavo, probabilmente perché egli paghi la propria liberazione. Tutti gli accordi che hanno come destinazione Biserta si possono concludere perché, riferisce lo stesso Salem, possiede una serie di persone fidate che in quella città consegneranno ai suoi “soci” provenienti dalla Sardegna la merce e il denaro necessari agli scambi.

Da queste relazioni possiamo vedere un notevole inserimento del liberto nella società, frutto certamente di abilità e una certa intraprendenza. Questo mostra che per uno schiavo liberato esisteva la possibilità integrarsi socialmente nella città di accoglienza, e di inserirsi nel circuito economico e commerciale del regno e di crearsi anche una rete di “fiducia”, ottenendo un certo livello di benessere economico e passando dall’essere una mera risorsa scambiata a essere a tutti gli effetti un attore della rete. Inoltre la figura di questo liberto, con i due gruppi di fiducia che possiede, uno a Cagliari e uno a Biserta, può essere vista come una figura di legame economico, commerciale ma anche sociale tra due sponde del mare, tra Cagliari e il nord Africa.

 

 

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Rete sociale costruita con Gephi aggiornamento febbraio 2023